La Storia delle scarpe di sicurezza
Le scarpe antinfortunistiche nascono nel XVIII secolo, periodo in cui si inizia a considerare la sicurezza sul lavoro. Prima di allora, i lavoratori infortunati venivano semplicemente sostituiti. I primi modelli di scarpe protettive, chiamati “zoccoli” e fatti di legno, erano usati dai contadini europei per proteggersi da oggetti cadenti e punte affilate. Durante la Rivoluzione Industriale, questi zoccoli venivano anche usati per sabotare le macchine, da cui deriva il termine “sabotaggio”. Una svolta si ebbe dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando la Germania introdusse gli stivali con punta in acciaio, poi adottati nell’industria. Negli anni ’30, la Red Wing Shoe Company iniziò a produrre stivali di sicurezza, e negli anni ’70, con la legge sulla sicurezza sul lavoro negli Stati Uniti, vennero stabiliti standard obbligatori per la protezione dei lavoratori, affidati all’Occupational Safety and Health Administration (OSHA).
Oggi, le scarpe antinfortunistiche sono progettate per soddisfare una varietà di esigenze lavorative e sono classificate principalmente in base ai materiali utilizzati. Esistono due classi principali: la Classe I, che comprende calzature in cuoio o materiali traspiranti, adatte a contesti meno umidi; e la Classe II, realizzata interamente in gomma o polimeri, ideale per ambienti con esposizione a sostanze chimiche o acqua. Inoltre, le scarpe antinfortunistiche sono progettate specificamente per le diverse stagioni: i modelli invernali, come quelli della classe S3, offrono isolamento termico, mentre quelli estivi sono più traspiranti e leggeri.
Negli ultimi anni, i produttori hanno iniziato a considerare le differenze di genere, progettando scarpe da donna con una calzata più adatta alla morfologia femminile, senza compromettere la sicurezza. È fondamentale che i lavoratori scelgano calzature che si adattino perfettamente alla loro forma del piede e alla tipologia di lavoro, utilizzando anche calzini tecnici per migliorare il comfort e la protezione.
Infine, la manutenzione delle scarpe antinfortunistiche è cruciale: è consigliabile sostituirle ogni 6-12 mesi o quando si notano segni evidenti di usura. Conoscere le varie classificazioni, normative e requisiti è essenziale per selezionare le scarpe antinfortunistiche più adatte a ciascun lavoratore. Una scelta errata potrebbe comportare non solo disagi, ma anche rischi per la salute e la sicurezza. Assicurati di investire nella giusta protezione per il tuo lavoro, poiché la sicurezza deve sempre essere una priorità.