Con la costituzione della Confederazione generale del lavoro, nel 1906, prevalentemente orientata verso un socialismo riformista, il movimento sindacale cominciava ad operare per l’elevazione del proletariato.

Lo Stato, dalla sua pozione d’iniziale indifferenza si avviava verso una più decisa tutela del contraente più debole del rapporto di lavoro.

Come detto, nella lotta tra capitale e lavoro lo Stato abbandonava la sua posizione di neutralità assumendo il compito di armonizzare e regolamentare i rapporti sia nel campo professionale e sociale che in quello economico e produttivo.

Tra le principali norme ricordiamo quelle dirette a una più efficace tutela sanitaria (1902), alla difesa degli emigranti (1901- 1903 – 1913), alla tutela delle donne e dei fanciulli (1902-1907), al lavoro delle mondine nelle risaie (1902), al miglioramento dell’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, all’istituzione della Cassa di invalidità e vecchiaia per gli operai, sino all’istituzione nel 1912 del Servizio d’ispezione del lavoro.

Il primo Regolamento Generale di disciplina sull’igiene del lavoro fu stilato nel 1927, ma il suo campo di applicazione riguardava soltanto il settore industriale.

La nuova attenzione verso la legislazione sociale produsse negli anni 30 del XX secolo una serie di provvedimenti fondamentali i cui principi sono ancor oggi in vigore: la costituzione dell’Inail, dell’Inps, dell’Iri e del nuovo codice penale. Venne inoltre istituita la settimana lavorativa di 40 ore.

Un altro caposaldo della legislazione italiana è costituito dal Codice Civile, approvato con regio decreto il 16 marzo 1942: l’articolo 2087 definisce la tutela delle condizioni di lavoro e prevede che “l’imprenditore è tenuto ad adottare, nell’esercizio dell’impresa, le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”.

Nel 1947 un’importante legge della Costituzione della Repubblica Italiana sancisce i diritti dei lavoratori
in particolare nell’articolo 41: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana” (….) e nell’articolo 32: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività” (….).

Il 1955 fu l’anno del cd. “boom economico” segnato da una grande crescita economica, ma anche da un aumento notevole degli infortuni e delle malattie professionali.
Con esso vi furono una serie di Decreti del Presidente della Repubblica, ora abrogati, che trattavano la prevenzione degli infortuni sul lavoro (D.P.R. 547/1955), le norme d’igiene del lavoro (D.P.R. 303/1956) e altri testi legislativi.

I due decreti prendevano in considerazione soprattutto le tipologie d’infortuni più frequenti e avevano l’obiettivo di annullare le condizioni di pericolo negli ambienti lavorativi mirando ad intervenire in special modo sulle attrezzature e sulle linee produttive industriali.