Con questo primo capitolo vogliamo parlare della storia della sicurezza, raccontando il percorso fino alla fine del XIX secolo.
Gia’ nel IV secolo a.c. Ippocrate si occupava del rapporto tra lavoro e malattie, insegnando ai suoi discepoli d’informarsi sempre del mestiere dei loro pazienti per meglio diagnosticare le malattie.
Anche nella Bibbia – IV sec. a.C. – nel libro del Deuteronomio troviamo scritto: ”Quando costruirai una casa nuova, farai un parapetto intorno alla tua terrazza, per non attirare sulla tua casa la vendetta del sangue, qualora uno cada di là”.
Nel I° secolo d.c. l’imperatore Tiberio Claudio Druso si adoperò per alleviare le condizioni degli schiavi.

Nel medioevo operavano le corporazioni di arti e mestieri che assistevano i propri associati garantendo loro cure ed assistenza.
Camminando sulla linea del tempo, vediamo che nell’epoca romana e medievale si prestava attenzione alla salute dei lavoratori, ma fu nel 1556 che un medico tedesco – Georgius Agricola – scrisse il De Re Metallica (sulla natura dei metalli, n.d.r.), nel cui testo, oltre alle metodologie estrattive, venivano individuate le malattie collegate a questo tipo di attività.

Nel 1700 Bernardino Ramazzini, professore di medicina all’Università di Modena e Padova pubblica il testo “Le malattie dei lavoratori” dove associò circa 40 malattie alle occupazioni, descrivendo per ciascuna i rischi per la salute dei lavoratori e i possibili rimedi, recandosi personalmente nelle officine.
Nella prima metà del1800, l’avvento della grande industria e la formazione del capitalismo determinano da un lato la divisione tra il capitale ed il lavoro e dall’altro il distacco tra il lavoratore e l’imprenditore.
Si delinea, quindi, quel complesso di fenomeni politico-economici individuati nell’espressione “questione sociale”.

L’industrializzazione ha permesso un notevole progresso economico, accompagnato però da un forte aumento del costo della vita, ma i salari degli operai erano insufficienti a soddisfare le più elementari esigenze di vita. Ciò portò i lavoratori ad associarsi per resistere alla “dittatura contrattuale” degli imprenditori.
I pubblici poteri, intanto, cominciavano ad avvertire l’urgenza di qualche intervento per assicurare più umane condizioni di lavoro negli opifici industriali, nelle cave e nelle miniere.

In seguito, dal 1886 al 1899, una serie di leggi regolamentano le occupazioni dei lavoratori in miniera e l’impiego di fanciulli.
E’ anche l’inizio delle prime norme sull’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali.
Nel 1899 veniva assicurata la tutela dell’integrità fisica del prestatore d’opera con il Regolamento generale per la prevenzione degli infortuni (R.D. 18 giugno 1899, n. 230).
Nel nuovo Regno d’Italia i primi sindacati sono nati come “coalizioni di mutuo aiuto e difesa”, con lo scopo di regolare la concorrenza tra i lavoratori bisognosi di lavoro alleviando le condizioni di inferiorità degli stessi di fronte agli imprenditori.